RASSEGNA STAMPA
IL SECOLO XIX -
G8 di Genova 220 anni per i vandali
Genova, 5 giugno 2009
G8 di Genova 220 anni per i vandali
le richieste in appello
Il pg ha di fatto chiesto
di raddoppiare le pene decise in primo grado per 24 dimostranti. Ora la
parola è alle difese
Duecentoventi anni di reclusione. È stata questa la richiesta del
sostituto procuratore generale Ezio Castaldi al processo d'appello per i
25 dimostranti accusati di devastazione e saccheggio durante le
manifestazioni del G8 di Genova. In primo grado i pm avevano chiesto la
condanna a 225 anni. Un solo imputato fu assolto, gli altri 24 furono
condannati a penne complessive per 108 anni. I giudici allora distinsero
nettamente le responsabilità fra i casseur appartenenti al "blocco nero" e
le "tute bianche". Pene molto severe per i primi, più blande per gli
altri. Se in secondo grado fosse accolta la nuova richiesta,
significherebbe che gli addebiti più pesanti (il reato di devastazione e
saccheggio) sono stati estesi a tutti. E alcuni imputati rischierebbero
concretamente di tornare in carcere. Alla lettura delle richieste ne era
presente in aula soltanto uno, Paolo Putzolu, assistito dal legale Pietro
Bogliolo. Putzolu era stato condannato a due anni e otto mesi per
resistenza aggravata dalle lesioni, ma assolto dall'accusa di devastazione
e saccheggio.
Dopo la requisitoria hanno parlato i legali che rappresentano le"vittime". Il primo a discutere è stato Umberto Pruzzo, che assiste il
carabiniere alla guida del defender da cui il suo collega Mario Placanica
sparò uccidendo Carlo Giuliani. La costituzione di parte civile è nei
confronti di Massimiliano Monai, noto come "l'uomo della trave", accusato
di aver partecipato all'assalto. È stata quindi la volta dei legali di
Carige (alcune agenzie furono devastate) e dell'Avvocatura dello Stato: il
ministero degli Interni e della Difesa ritengono infatti rovinata la loro
immagine dal disastro di quei giorni.
M. IND.